martedì 8 febbraio 2011

4
Il cacciatore

Era passata una settimana, dalla sconvolgente notizia e da allora mi alleno per così dire, con la magia tutti i santi giorni. Chi avrebbe detto che essere un’apprendista strega fosse non faticoso? Be nessuno ha avuto Eudora come insegnante. Allenarsi quasi dieci ore al giorno, e in più ora per pagarmi le lezioni, lavoravo nel suo negozio. Ora riuscivo a far levitare gli oggetti, farli apparire dal nulla e a farli sparire, e riesco ad accendere il fuoco con il pensiero, ed è un grande passo in avanti visto che l’ultima volta ho quasi dato fuoco al negozio. La cosa positiva  è che almeno sono riuscita a prendere in affitto un piccolissimo appartamento, invece di restare in quello squallido albergo. L’appartamento, non è distante dal negozio, è piccolo con una sola camera da letto e un bagno, l’ingresso, la cucina e il salotto sono in unico ambiente. Il tutto è molto accogliente, anche se ora dispongo solo di un letto e un frigorifero.
- devo arredare questo posto- dissi a me stessa. E dovevo presentarmi a negozio.
- Buongiorno cara- mi salutò Eudora quando entrai.
- Buongiorno-
Mi fermai all’improvviso in mezzo al negozio, c’era qualcosa di diverso. La disposizione degli scaffali era diversa.
- ma che cosa!...- dissi.
Eudora rise e poi dandomi delle affettuose pacche sulla spalla, disse.
- prima di aprire il negozio, voglio provare a fare un incantesimo-
- che genere d’incantesimo?-
- hai portato il libro? perché ci servirà-
- certo- e lo tirai fuori dalla mia borsa, come ormai avevo imparato a fare, misi il libro al centro della sala, dove disegnato con un bellissimo mosaico, c’erano raffigurati un pentagramma e altri simboli magici. Mi inginocchiai e chiusi gli occhi, presi un respiro profondo e mi rilassai.
- bene, ora devi solo concentrarti sul libro e su i tuoi poteri, l’incantesimo che ci serve, ci aiuterà a scoprire chi è la persona che invade i tuoi sogni-
- pensate che ci riuscirò?, voglio dire non sono ancora molto brava a fare incantesimi-
- ma ci proveremo, forza su, respira e concentrati-.
E così feci, mi concentrai sul libro e ripensai a i miei sogni, rivissi tutto, da i suoi occhi insanguinati,  alla paura che provo ogni che riapro gli occhi. e all’improvviso, tutto il mondo in torno a me sparì, anche Eudora che aveva acceso l’incenso per aiutarmi, sparì. Iniziai a sentire quell’ormai famigliare formicolio, che preannunciava l’inizio della magia, iniziava dalle punte dei piedi e arrivava alla punta dei capelli, mi riempivo d’energia, fino al punto di esplodere, ma in senso buono. Puntai le mani sopra il libro e feci fuori uscire l’energia dalle mie dita.
Il libro con un fruscio si aprì, e quando aprii gli occhi e guardai la pagina, inarcai un sopracciglio, stranamente non c’era nessun incantesimo su questa pagina, e il titolo era:
IL CACCIATORE
Avevo una vaga idea, di chi fosse, mia nonne quando ero piccola mi raccontava sempre storie di streghe e di questo cacciatore, ma io non le credevo, invece ora. Iniziai a leggere e devo dire con c’era molto, solo che a quanto pareva era un vampiro, molto antico, che uccideva le streghe per rubare i loro poteri. Non c’era scritto nessun nome, ne un disegno per aiutare a riconoscerlo, niente a parte questa piccola descrizione.
- non capisco-
- nemmeno io, forse il libro sta cercando di dirti qualcosa-
- lo credo anche io, ma noi volevamo un incantesimo, no questo, voglio dire come può aiutarmi sapere del cacciatore quando non so dov’è o che aspetto abbia-
- be già sapere chi sia è un passo importante, proviamo a localizzarlo-
- e come?-
- prendi un quarzo bianco, io prendo una mappa della città- e detto questo sparì dietro la porta che da allo sgabuzzino. La senti smuovere cassetti e scatoloni, e poi sbucò fuori con in mano una carina della città tutta spiegazzata.
- non è in ottime condizione, ma credo che possa andare- e la stese alla ben e meglio sul bancone.
- come facciamo a localizzarlo se nemmeno abbiamo qualcosa di suo-
- non serve cara, prendi il libro, con una mano tocca la pagina e con l’altra usa la catenina con il quarzo per localizzarlo-
 Feci come mi aveva detto, e così lentamente la catenina iniziò  a muoversi, fino a fermarsi su Central Park West, di certo non potevamo avere niente di più preciso visto che non avevamo niente che gli apparteneva, ma è un inizio.
- quindi si trova in questa zona, Central Park West, è piuttosto grande potrebbe essere ovunque-
- già, be ora sappiamo che è qui, e terrai gli occhi aperti, ma devi promettermi che non andrai a cercarlo-
- ma perché!, lui vuole uccidermi, no? Be allora uccidiamo prima noi e festa finita-
- non è così semplice, cara-
- perché? È un vampiro, no? Prendiamo un paletto e ficchiamoglielo nel cuore…-
-  non è così semplice, si dice che nessuna tecnica usata per uccidere i vampiri normali serva, perciò non fare niente-
Con un sospiro dissi. – oh va bene, come vuoi- .
Chiusi il libro e me lo rimisi in borsa e Eudora intanto aprii il negozio.
La giornata passò velocemente, le lezione pure. Tornai a casa e dopo una doccia veloce, mi stesi sul letto ancora avvolta nel asciugamano e i capelli bagnati.  Stavo quasi per addormentarmi, quando senti un rumore alla porta.
Mi misi addosso una maglietta e dei pantaloncini  e andai alla porta, guardai dallo spioncino, ma non vidi niente, così aprì la porta.
- c’è nessuno?-
Quando una mano, sbuca dall’ombra e afferrandomi il braccio, mi trascina fuori dal mio appartamento. Mi sbatté contro il muro, e due occhi rossi si puntarono su di me, rimasi senza fiato.
Allontanai lo sguardo da quei occhi e osservai il viso, o quello che riuscii a vedere, visto che era quasi tutti in ombra, di sicuro era alto, muscoloso, ricoperto di tatuaggi, uno perfino sul viso, vicino l’occhio desto, e al sopracciglio aveva due piercing, come all’orecchio sinistro e destro, che luccicavano, con la poca luce che proveniva da l’interno di casa mia.
Cercai di scappare , ma la presa sul mio braccio sembrava d’acciaio,
- buona sera piccola strega-
Oh mio Dio, la sua voce. Sembra strano trovare sexy la voce del tuo assalitore?. Perché lui aveva a voce capace di scioglierti, e anche il suo corpo poteva fare lo stesso, a mio parere. Poi recepii le parole che mi aveva rivolto, coma faceva a saperlo?.
- chi sei?-
Appena ebbi pronunciato quelle due parole lo capii subito, era il cacciatore, il vampiro che vedevo nei miei incubi da quasi tutta la vita.

martedì 18 gennaio 2011

3
L’insegnante di magia

Sognai strani occhi iniettati si sangue, scrutarmi nell’ombra di un fitto bosco. Più cercavo di capire di chi trattava, più lui si allontanava più io mi addentravo nelle tenebre.
Mi svegliai all’improvviso, tutta sudata e con il cuore che batteva all’impazzata. Quello che era successo ieri rasentava l’assurdità, libri magici, incantesimi e strani negozi.
- perché sono venuta a New York!- dissi tra me e me. Così mi alzai e andai a fare una lunga doccia, nel minuscolo bagno. Se avvicinavo l’orecchio alla parete, anche se con il rischio di prendere qualche infezione, riuscivo a sentire le voci dall’altra parte.
Quando un quarto d’ora dopo, uscii dal bagno, ero più rilassata e quasi felice. Si riflettendo era tutto strano, e forse mi sono solo fatta prendere dalla suggestione.
- si deve essere questo- mi ripetei ad alta voce.
Ripulii la stanza, tolsi le erbe, le candele ormai sciolte, fortunatamente avevo usato dei giornali, sennò, il proprietario del motel, me l’avrebbe fatta ricomprare.
Buttando il tutto nella spazzatura trovai il volantino del negozio, di erbe. E ripensai alla sera precedente, come la proprietaria, sapesse il perché era lì. Ma forse era solo una coincidenza, quella donna deve essere una svitata, ecco. Però non riuscii a togliermi dalla testa quello che era successo.
Infatti, senza quasi rendermene conto, mi ritrovai davanti al negozio, indecisa se entrare oppure no.
Dopo dieci minuti, in cui restavo imbambolata lì davanti, presi un respiro profondo e entrai. Il negozio di giorno, sembrava risplendere, e un dolce profumo di incenso aleggiava nell’aria, mi guardai intorno e trovai la proprietaria china a tirare fuori da uno scatolone candele di ogni colore, forma e dimensione.
Mi schiarii la gola, ma niente.
- salve!-
Sobbalzando Eudora, si girò e con un sorriso.
- oh sei tornata! Posso aiutarti?- chiese
- hm, ecco io… si in effetti mi può aiutare, ecco ieri sera sono venuta in negozio e voi sapevate tutto,come…-
- be perché io sono… molto intuitiva-
La pausa che aveva fatto, mi insospettiva, tutto era troppo strano.
- be deve essere molto brava… ma fin troppo precisa- dissi io.
allora a quel punto, guardandosi, intorno per accettarsi che non ci fosse nessuno, a parte noi due, mi fece segno poi di avvicinarmi e sussurrando mi disse,
- io sono una strega-
E io, scoppiai a ridere fino alle lacrime. Quando finalmente smisi, Eudora mi guardava con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate. Non mi stavo di certo comportando nel modo migliore, ma era tutto così assurdo!.
Quando finalmente smisi di ridere,
- ma è…-
- assurdo, si lo so, non sai quante persone hanno reagito come te e altre volte in modi molto più aggressivi, ma ti assicuro che è la verità- disse lei.
- ma le streghe non esistono! Cioè almeno non più-
- cara, credo di doverti dare una dimostrazione allora.-
E così, puntando una mano, verso una candela sulla mensola, dopo pochi secondi iniziò a levitare, fino ad andare direttamente nella sua mano.


Io ero rimasta scioccata, letteralmente con la bocca aperta.
- visto, ora mi credi? Certo sono un po’ arrugginita, ma posso fare un sacco di altre cose- disse con un sorriso.
- ma ci deve essere un trucco- cercavo di appigliarmi a qualsiasi cosa di razionale, per spiegare ciò che avevo appena visto. Presi la candela in mano e guardai se c’erano fili, poi controllai lo scaffale, ma niente. Ovvio.
- ok siete una strega, e questo come dovrebbe aiutarmi?-
- be perché sei una strega anche tu-
- oh no! Non lo so, lo saprei se lo fossi!-
- hai il grimorio, il libro di incantesimi di una strega, e lo sento se un’altra strega è nei paraggi, me lo puoi far vedere il libro?-
- ecco- e glielo porsi.
Quando lo prese in mano, lo toccava in modo reverenziale, nemmeno avesse in mano un tesoro prezioso o una reliquia antica.
- e io che credevo che fosse solo una leggenda- disse in preda all’estasi
- quale leggenda…-
- la leggenda del clan più potente di streghe mai esistito, si dice che prima di essere uccise, abbiano rinchiuso i loro poteri nel loro libro, per poi sparire… nessuno l’ha più rivisto, si credeva che il cacciatore l’avesse preso e portato via-
- assomiglia alla storia che mi raccontava mia nonna quando ero piccola-
- sul serio?-  mi chiese incuriosita  - questo si che è un segno, il libro non sarebbe tornato per niente è tornato per te-
- cosa? Ma come?-
- e chi lo sa, questo libro è molto potente racchiude in se molta magia, credo che tu sia la discendente di una di quelle streghe, è l’unico motivo, del ritorno del libro-
- quindi secondo lei,sarei una strega- ancora non ci credevo, ma questa è la migliore soluzione per tutto quello che era successo in questi giorni.
- esatto-
- strano ma le credo, anche se mi pare strano, visto che in tutta la mia vita diciamo, non ho fatto niente da strega-
- credo, cara che senza nessuno a insegnarti ad usare i tuoi poteri non hai potuto fare gran ché,  i tuoi poteri sono rimasti sopiti fino ad ora, forse hai avuto visioni, ma non sapevi cosa fossero o li hai scambiati per semplici sogni…-
Questo mi fece ritornare in mente i sogni che ultimamente facevo, forse se così era, non erano sogni forse c’era qualcosa dietro.
porgendomi il libro, Eudora mi sorrise.
- ma non so nemmeno come ti chiami, cara, che maleducata-
- Alexandra Woods, ma puoi chiamarmi Alex -
- bene Alex, io Sono Eudora Kanders, e sarò la tua insegnante di stregoneria-