giovedì 30 dicembre 2010

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Il libro

Il mattino seguente, andai all’università di NY, nella speranza di trovare qualcuno che mi possa aiutare. Andai subito in segreteria.
- Buongiorno signorina- mi disse una simpatica donna sulla cinquantina e i capelli bianchi. Mi sorrise ed io ricambiai il sorriso.
- buongiorno, senta io cercavo un professore di letteratura o di storia, non saprei, devo mostrargli un libro antico –
 - e lei è?-
 Mi chiese la segretaria
- Alexandra Woods -
- be una persona c’è, si chiama Vivien Ho, è una professoressa di letteratura si trova al dipartimento di letteratura e in questo momento dovrebbe essere nel suo ufficio-
- oh bene mi dica, dove si trova-
- il dipartimento di letteratura si trova in fondo al cortile, che si trova in fondo a questo corridoio, la devo accompagnare?-
- no ce la posso fare da sola grazie-
Trovare il dipartimento di letteratura fu facilissimo, trovai subito anche l’ufficio della professoressa Vivien Ho, bussai.
- avanti- sentii dire da dietro la porta.
Aprii la porta e mi trovai davanti ad uno ufficio stracolmo di libri fascicoli, e teche piene di libri. Si sono nel posto giusto. La professoressa Ho, era seduta dietro una scrivania ingombra di fogli e un PC. Era una donna asiatica con capelli neri legati dietro la testa con una crocchia, indossava un tailleur grigio di alta moda.
- salve sono Vivien Ho, e lei è?- disse alzandosi
- Alexandra Woods, e avrei da farle vedere questo…- e così detto tirai fuori il libro dalla borsa.
- dove l’ha trovato?- mi chiese appena glielo passai.
- in un mercatino, ma sembra molto antico e ho pensato di venire qui- lo stava osservando con attenzione, e molta delicatezza.
- è un pezzo raro devo dire, originale, ma per avere una stima precisa della data devo fare delle analisi, ma a occhio dire undicesimo secolo più o meno, dovrebbe stare in un museo-
- sa di preciso cos’è, cioè non sembra un libro normale-
- be no, sembra un grimorio, un libro con pozioni e incantesimi-
- quelli delle streghe?-
Ora sembrava parlare come sua nonna, che credeva nell’esistenza di streghe, fate e folletti e altre creature sovrannaturali.
- esattamente, anche se dopo la loro persecuzione andarono perduti quasi tutti, senta perché non me lo lascia io, lo faccio analizzare e poi le comunicherò i risultati-
-certo-
 Dissi. E dopo averle lasciato il libro, uscii dall’università.
Visto che non avevo niente da fare, andai a fare un giro. Ma dove? Passai quasi tutta la mattina a gironzolare per la zona, tra negozi di vestiti e di cianfrusaglie varie, così verso le cinque e mezza mi viene un certo languorino. Trovai una caffetteria con un tavolo libero e mi precipitai dentro.
Fortunatamente mi rimanevano ancora mille dollari, perciò un caffè e un panino non avrebbe intaccato di molto il mio misero patrimonio. Presi posto vicino alla vetrata che dava sulla strada e subito una cameriera mi si avvicinò con un menù.


- prendo un caffè e un panino grazie- dissi
- arrivano subito- disse e se ne andò. Il sole stava tramontando e i lampioni ancora spenti davano alla città un colore quasi magico. La cameriera torna con le mie ordinazioni e prendo subito un sorso di caffè. Che è delizioso!, accidenti non avevo mai bevuto niente di più buono oppure era dovuto al fatto che non mangiavo e bevevo da ore.
Prendendo anche un morso del mio panino mi girai a guardare fuori tra la gente e le macchine che passavo tranquille, notai una figura in ombra sotto un albero proprio di fronte a me. Se ne stava immobile, e i passanti lo evitavano formando intorno a lui un vuoto. Mi venne la pelle d’oca e distolsi lo sguardo. Sicuramente mi sbagliavo.
Cavolo forse ero così stanca da immaginarmi tutto, tanto per essere sicura mi voltai di nuovo ed eccolo ancora lì a fissarmi. Allora lasciando i soldi per pagare il conto mi precipitai fuori dal locale, ma appena arrivai fuori lui è sparito. Mi guardai intorno freneticamente, ma non lo vidi da nessuna parte. Ok forse sto impazzendo sul serio.
Tornai al motel che era già buio, il traffico newyorchese è una vera tortura. Aperta la porta, appoggiai la borsa vicino al libro sul letto. Il libro? Ma che…
Mi voltai all’improvviso e lo guardai, e si era proprio il libro che tecnicamente avevo lasciato alla professoressa Ho.
- ma che diavolo…- dissi
Lo presi in mano e lo rigirai tra le mani, confusa, ma com’era possibile? Io lo avevo lasciato all’università, com’ è potuto succedere.
Appoggiai il libro sul letto, molto lentamente, e appena lo lasciai questi si aprii all’improvviso. Sussultai spaventata e lentamente mi abbassai e lessi:
protezione dalle forze oscure
provai a richiuderlo, ma si riaprii alla stessa pagina, perciò lessi quello che c’era scritto. Sembrava un erbario, e dice:
-         Aglio
-         Semi di aneto
-         Eucalipto
-         Lavanda
-         5 candele bianche
Disporre le candele  in cerchio, triturare le erbe e poi spargere intorno alla zona da proteggere e partendo da destra spegnere le candele.

- Cosa? E io dovrei fare questo incantesimo di protezione? È sera dove cavolo le trovo le candele e queste erbe!- dissi tra me e me o forse al libro, chi lo sa.
Non feci in tempo a dirlo che la finestra della stanza si spalanca con una folata di vento, ed entra un foglietto di carta. Era un volantino, di un erboristeria aperto anche a quest’ora.
Alzando un sopracciglio dissi (si ormai mi considero pazza):
- be vedo che non molli-
Detto questo scrissi tutto quello che mi serviva e andai in  questa erboristeria, che “stranamente” è vicina al motel.
Quando entrai fui investita da odore di incenso e luce suffusa, il negozio non era grande, anzi, ma era pieno di barattoli, scatole e quant’altro di erbe, piante e spezie. Il tutto stranamente creava un odore quasi rilassante, e per niente forte e cattivo. C’erano anche cristalli e candele, alcune accese e altre no, e le fiamme che si riflettevano nei cristalli creavano luci e colori particolari. Dal retro sbucò fuori una donna di età indecifrabile, era piena di bracciali e collane, e nonostante avesse i capelli bianchi, non sembrava superare i cinquant’anni, vestiva in modo eccentrico, ma stranamente le donava.
- salve, io sono Eudora come ti posso aiutare cara?-
- salve, hmm… io cercavo questi oggetti- e le porsi il foglietto.
Dopo averlo esaminato, mi sorrise uscita dal bancone si mise a trafficare nel negozio trovando boccette e candele.
Mi porse il tutto e disse,
- ecco, spero che le candele vadano bene, ma credo che per fare un incantesimo di protezione possano bastare-
La guardo sconcertata e dopo alcuni secondi di silenzio, mi ripresi abbastanza da dirle,
- e lei come fa a saperlo-
- oh cara io so molte cose-
- ma…-
feci per dire, ma lei mi interruppe con un gesto della mano.
- sono quindici dollari- invece disse
Presi i soldi e glieli diedi e così sempre più confusa me ne andai, per tornare al motel.
Appena tornata feci tutto quello che c’era scritto nel libro, che ancora giaceva sul letto completamente aperto. Dopo aver acceso le candele, averle disposte in cerchio intorno al letto, non dovetti triturare le erbe, fortunatamente, ma ne presi una manciatina e tracciai il cerchio intorno al letto e poi spensi le candele, e nel silenzio più totale cercai di dormire.

2 commenti:

  1. Bello ^_^ mamma mia la voglia di aver quel libro, ora che ho scoperto che è testardo come me è ancora più grande è_é...
    continua così Giorgia :D sei fantastica -__^

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  2. bellissimo!!! O__O
    però ora sono curiosa: come va avanti? O.O

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