martedì 21 dicembre 2010

Prologo

Le cinque streghe erano riunite intorno al loro circolo magico, all’interno del bosco. Erano spaventate, terrorizzate, gli uomini gli stavano dando la caccia, e i vampiri volevano ucciderle per impadronirsi dei loro poteri. Decisero così di sacrificare i loro poteri per salvare le generazioni future di streghe.
Morrigan, il capo del clan si fece avanti con il libro nero, lo posò per terra e iniziò a intonare l’incantesimo, dovevano fare in fretta o le avrebbero trovate. Il cacciatore, così veniva chiamato il vampiro che aveva il compito di prendere i loro poteri, si stava avvicinando. Più il loro canto si faceva più forte più la magia, diventava forte, le fiammelle delle candele, si alzarono fino a un metro di altezza, poi un forte lampo di luce investì. Morrigan si fece avanti e prese il libro, lo chiuse e prese un coltello, con esso si tagliò una piccola ferita sul polso e mentre passava il coltello alla sua consorella, disse:
- io sigillo questo libro, affinché solo una nostra discendente possa possederlo, solo lei avrà i nostri poteri diventando la strega più potente che ci sia mai stata!-
Tutte le altre streghe fecero altrettanto, e con l’ultimo briciolo di magia che gli era rimasto sigillarono il libro, che sparì dalle loro mani. Il cacciatore arrivò poco dopo il rito, era magnifico, sembrava un Dio, i capelli neri, gli occhi di fuoco e il corpo ricoperto di tatuaggi che facevano si che potesse riconoscere una fonte magica, si avvicinò a loro annusando l’aria, disse:
- siete furbe streghe, complimenti, vi siete liberate dei vostri poteri…- ora si trovava alle spalle di Morrigan, e avvicinandosi al suo orecchio,
- ma questo non vi salverà!- detto questo aprì la bocca e azzannò il collo della strega,
fino a ucciderla. Le altre cercarono di scappare, ma il vampiro era troppo forte e troppo veloce per loro.
                                                                                                       
Questo è quello che mi raccontava sempre mia nonna quando avevo solo cinque anni. Non è certo una storia da raccontare a una bambina di quell’età, ma la mia cara nonna era sempre stata una un po’ particolare.

Nessun commento:

Posta un commento